Il monumento funebre di Angelo Ripanti nella cattedrale di Jesi e una proposta per Giovanpietro di Nicola de’ Bosi scultore milanese / Angelo Ripanti’s tomb in the Cathedral of Jesi and a possible attribution to the sculptor Giovanpietro di Nicola de’ Bosi from Milan

Sara Cavatorti

Abstract


Tra i numerosi scultori lombardi attivi in Italia centrale all’inizio del Cinquecento particolarmente significativa è la personalità del milanese Giovanpietro di Niccolino de’ Bosi, noto sinora solo grazie ad alcuni documenti pubblicati da Adamo Rossi alla fine del XIX secolo, dai quali emerge un ruolo da protagonista nel cantiere della Cattedrale di Spoleto: al maestro fu commissionato nel 1519 un tabernacolo monumentale a pianta centrale provvisto di sculture, di cui non rimane traccia, volto a custodire la miracolosa immagine della Sacra Icone. Rimasta finora senza catalogo, la figura di questo scultore lombardo può forse essere risarcita grazie al recupero della notizia della sua partecipazione all’esecuzione del Sepolcro di Angelo Ripanti (1513-1515) nella cattedrale di San Settimio a Jesi, considerato già dalla fine dell’Ottocento opera esclusiva di Giovanni di Gabriele da Como. Grazie ad una rilettura di alcuni documenti esini e perugini e alla luce di un’analisi tipologica e stilistica, è possibile distinguere l’originale intervento del Bosi, fissando le peculiarità del suo linguaggio.

Among many Lombard sculptors active in Central Italy at the beginning of the XVIth century, Giovanpietro di Nicola de' Bosi from Milan is one of the most enigmatic personalities. The artist, known exclusively thanks to the archive documents published by Adamo Rossi in the XIXth century, was a protagonist in the decoration of the Cathedral of Spoleto: he was commissioned to build and to decorate the tabernacle of miracle image of Sacra Icone. The importance of this sculptor can be demonstrated thanks to the documents attesting his partecipation in the execution of Angelo Ripanti's tomb (1513-1515) in the Cathedral of Jesi which had always been considered a work of Giovanni di Gabriele da Como, another Lombard sculptor. After reading some documents of Jesi and Perugia and by applying a typological and stylistic analysis, it is now possible to distinguish the contribution of Bosi and to define the peculiarities of his expressive language.

 


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DOI: http://dx.doi.org/10.13138/2039-2362/1081

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