L’acqua come fonte di reddito e di discordia. Le pertinenze dei monasteri di S. Maria del Sagittario e San Nicola in Valle: opifici idraulici nella media Valle del Sinni durante il medioevo / Water as a source of income and discord. Appurtenances of the monasteries of Santa Maria del Sagittario and San Nicola in Valle: hydraulic factories in the middle Valley of Sinni in the Middle Ages

Valentino Vitale

Abstract


Il contributo esamina la diffusione dei mulini ad acqua nella Basilicata medievale, cercando di delinearne lo sviluppo storico e la realtà materiale e tecnologica. Gli opifici idraulici hanno condizionato per secoli la vita degli insediamenti, in qualità di strumenti atti a trasformare l’energia idraulica in energia meccanica. La presenza dell’acqua nel medioevo era imposta da una molteplicità di usi, tra questi fondamentale l’impiego nei processi produttivi e nella produzione di energia idraulica per il funzionamento di mulini e frantoi, che conosceranno un notevole sviluppo nell’Europa di quell’epoca. Grande rilevanza venne conferita alla proprietà dei mulini che assicuravano una rendita notevole proveniente dal pagamento del diritto di macinato cui erano soggetti gli abitanti del luogo. Tale diritto lungo il fiume Sinni (Basilicata meridionale) e il diritto di sfruttare la acque dei suoi affluenti (Frido, Rubbio) dettero origine a lunghe controversie tra le sedi monastiche ivi stanziate e i signori dei vicini centri abitati. Il contributo, indagando topograficamente le pendici del monte Caramola, propaggine settentrionale del massiccio del Pollino, fa seguito all’analisi specifica degli opifici idraulici di questi luoghi. Propone, in definitiva, la ricostruzione del panorama insediativo e la comprensione delle dinamiche di sfruttamento delle risorse territoriali in un’area interna già così fortemente depressa, dominata dal bosco e dall’incolto. Detentori di questo potere economico, durante i secc. XII-XVI d.C., furono il monastero cistercense di Santa Maria del Sagittario e la certosa di San Nicola in Valle, fondazioni volute dalle famiglie comitali dei Clermont e dei Sanseverino nei territori della Contea di Chiaromonte.

This paper examines the spread of water mills in Italy during the Middle Ages, trying to define its historical development and the technology and the architecture. The hydraulic factories have conditioned for centuries the life of the settlements, as a tools in order to transform the hydraulic energy into mechanical energy. The presence of water in the Middle Ages was imposed by a variety of uses, including essential use in production processes and in the production of hydraulic energy for the operation of mills and crushers, that know a significant development in medieval Europe. Great importance was given to the ownership of the mills that ensured a considerable income from the payment of the right of ground which were applied to the locals. The right of ground along the river Sinni (southern Basilicata) and the right to exploit the waters of its tributaries (Frido, Rubbio) gave rise to long disputes between the seats allocated monastic therein and the lords of the nearby towns. The contribution, topographically investigating the slopes of Mount Caramola, northern
foothills of the Pollino massif, followed by the specific analysis of hydraulic factories of these places. Proposes, in short, the reconstruction of the scene settlement and to understand the dynamics of lands exploitation of resources in an indoor area already so severely depressed, dominated by woods and the uncultivated.
Holders of this economic power, during the buckets. XII-XVI AD, were the Cistercian monastery of Santa Maria of Sagittarius and the Certosa di San Nicola Valley, foundations willed by the families the Clermont and the Sanseverino in Count of Chiaromonte.


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DOI: http://dx.doi.org/10.13138/2039-2362/1134

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