Sentieri petrarcheschi, intorno ad Arquà /Petrarchan paths, around Arquà

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Pubblicato

2017-12-10

DOI:

https://doi.org/10.13138/2039-2362/1486

Autori

  • Francesca Favaro Università di Padova

Abstract

L’ultima dimora di Francesco Petrarca, situata ad Arquà, piccolo centro dei Colli Euganei nelle vicinanze di Padova, divenne lungo i secoli meta di frequenti e devoti pellegrinaggi letterari. Di questi itinerari di viaggio, che portavano a deporre, non solo idealmente, un fiore sulla tomba di Petrarca, resta una cospicua memoria, depositata, anno dopo anno, nelle pagine di coloro che – semplici estimatori del cantore di Laura o poeti e artisti anch’essi – dedicarono una lirica, una prosa, un appunto al proprio soggiorno ad Arquà.

Attraversare queste pagine, sparse nella produzione dei singoli autori, ma anche conservate e riunite in edizioni a stampa sulla fine dell’Ottocento, consente pertanto di ripercorrere le orme di tali “viaggiatori di cultura”, di cogliere – nello spazio di una rima o di un giro di versi, nel riflesso di uno sguardo contemplante tradotto poi in parole – i differenti riverberi sprigionati dal magistero petrarchesco, diffusi, come un alone o, più propriamente, come un’aura, anche nel lembo di territorio che ospitò il poeta nello scorcio finale della sua esistenza.

Petrarch’s last home, located in Arquà, a small town on the Euganean Hills near Padua, became over the centuries a destination of frequent literary pilgrimages. Of these travel routes, which led to lay down, not just ideally, a flower on Petrarch's tomb, a conspicuous memory remains, deposited, year after year, in the pages of those who - simple admirers of the epic poet of Laura or poets and artists themselves - dedicated a lyric poem, a prose or a note about their stay in Arquà.

The outcome of this essay is therefore the crossing of some of these pages, scattered through the works of individual writers but also preserved and collected in printed editions at the end of the nineteenth century; the interpretation that has been developed allows us to capture, following the footsteps of these “cultural travelers”, the different reflections emitted from Petrarchan teaching, widespread in the strip of land which hosted the poet in the final glimpse of his existence and destined to deeply affect the cultural memory of those who - coming from different parts of Europe - visited him.

Riferimenti bibliografici

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Biografia autore

Francesca Favaro, Università di Padova


Francesca Favaro vive a lavora a Padova, sua città natale. Docente di ruolo di lettere al liceo, è dottore di ricerca in Filologia ed Ermeneutica italiana (2003); ha svolto inoltre attività di ricerca post-dottorato (2003-2005) presso il Dipartimento di Italianistica dell’Università degli Studi di Padova. Nel 2014 ha conseguito l’Abilitazione Scientifica Nazionale per il settore Scientifico Disciplinare 10/F1 (Letteratura italiana, Critica letteraria e Letterature Comparate). Svolge le sue ricerche principalmente a Padova. Ha partecipato per più di dieci anni all’attività Didattica offerta dal Dipartimento di Italianistica dell’Università degli Studi di Padova; ha collaborato, nell’ambito della didattica, anche con l’Università di Venezia, presso la quale è stata docente a contratto per il corso PAS di Didattica della letteratura e della linguistica italiana durante l’anno accademico 2014-2015. Ora è docente a contratto presso l’Università degli Studi di Padova, presso cui tiene il corso di Letteratura italiana per Mediazione Linguistica e Culturale.

Particolarmente interessata, come studiosa, al rapporto fra la letteratura italiana e le letterature classiche, ha pubblicato le monografie Alessandro Verri e l’antichità dissotterrata (Ravenna, Longo, 1998); Nel segno di Ovidio. Giovanni Boccaccio, Luca Pulci e Lorenzo il Magnifico autori di metamorfosi (Bari, Ladisa, 1999); Le rose còlte in Elicona. Studi sul classicismo di Vincenzo Monti (Ravenna, Longo, 2004); Canti e Cantori bucolici. Esempi di poesia a soggetto pastorale fra Seicento e Ottocento (Cosenza, Pellegrini, 2007). Del 2012 è il volume Costanza Monti, Perugia, ali&no editrice. Nel 2013 è uscita la sua edizione commentata della Feroniade di Vincenzo Monti (per Padova University Press); nel 2014 il volume “Una scrittura celeste”: avvicinamenti ad Anna Maria Ortese (Pescara, Edizioni Tracce). Del 2015 è il volume L’altra Musa. Storia (e storie) di Saffo tra Sette e Ottocento, a cura di Francesca Favaro e Salvatore Puggioni, prefazione di Lorenzo Braccesi, Padova, Cleup, 2015.

Si è inoltre occupata, in vari saggi, di Winckelmann, di Cesarotti e della sua scuola, di Foscolo, di Angelica Palli, della fortuna di Saffo, in quanto poetessa e personaggio, fra Settecento e Ottocento, e di alcuni autori del Novecento, tra cui, oltre ad Anna Maria Ortese, Antonio Fogazzaro e Paola Drigo. Attualmente, ha esteso il suo ambito di ricerca anche al Seicento.

Collabora con varie riviste letterarie.


    

Come citare

Favaro, F. (2017). Sentieri petrarcheschi, intorno ad Arquà /Petrarchan paths, around Arquà. Il Capitale Culturale. Studies on the Value of Cultural Heritage, (16), 25–44. https://doi.org/10.13138/2039-2362/1486