De pictura poesis: Giulio Roscio, il Triumphus Martyrum, gli Emblemata Sacra (ed il Tasso), la Diana e Callisto / De pictura poesis: Giulio Roscio, the Triumphus Martyrum, the Emblemata Sacra (and Tasso), the Diana and Callisto

Mauro Sarnelli

Abstract


Nella vasta produzione letteraria di Giulio Roscio (Orte ca. 1550 – Milano 1591), tutta umanistica, un significato per diversi aspetti particolare e privilegiato riveste il versante dedicato alle opere d’arte, sia nella celebrazione delle imprese archeologiche ed architettoniche del pontificato di Sisto v Peretti, sia nell’illustrazione poetica di realizzazioni pittoriche. È questo il caso relativo al ciclo dei trentun affreschi martirologici dipinti, nella chiesa romana di Santo Stefano Rotondo al Celio, ad opera di Nicolò Circignani (il Pomarancio seniore) e di Matteo da Siena nel 1582, le incisioni dei quali, realizzate da Giovanni Battista de’ Cavalieri, sono all’origine dei corrispondenti epigrammi latini che costituiscono il Triumphus Martyrum in templo D. Stephani Caelii montis expressus rosciano (Roma 1587 e 1589), a cui è da connettere l’edizione dei gesuitici Emblemata sacra S. Stephani Caelii montis intercolumniis affixa procurata dal letterato (Roma 1589), l’uno e gli altri da inserire nella contestualizzazione storico-culturale dell’ultimo dialogo tassiano, Il Conte overo de l’imprese (ed. pr. Napoli 1594). Di grande importanza è poi un epigramma testimoniato solo da due esemplari dell’incisione a bulino, attribuita all’artista olandese Cornelis Cort, riproducente una delle due «poesie» mitologiche commissionate da Filippo ii di Spagna al Tiziano, ovvero la Diana e Callisto. La finalità del presente lavoro è d’indagare il senso storico-letterario e la portata storico-culturale dell’operazione poetica condotta dal Roscio.

 

In Giulio Roscio’s (Orte ar. 1550 – Milano 1591) wide and all humanistic literary production, a particular relevance and meaning assumes the part dedicated to artworks, both in celebrating Sixtus V Peretti’s archaeological and architectural enterprises, and in illustrating poetically pictorial creations. This is the case of the thirty-one martyrological frescoes painted in 1582 by Nicolò Circignani (Pomarancio senior) and Matteo da Siena in Roman Church of Saint Stefano Rotondo in Mount Celio: their engravings, achieved by Giovanni Battista de’ Cavalieri, are the sources of the Latin epigrams in Roscio’s Triumphus Martyrum in templo D. Stephani Caelii montis expressus (Rome 1587 and 1589), to which are to be associated the Emblemata sacra S. Stephani Caelii montis intercolumniis affixa, created by the establishment of the Jesuit German-Hungarian College and edited by Roscio (Rome 1589). Both works should be included in the cultural and literary background of the last Torquato Tasso’s Dialogue, Il Conte overo de l’imprese (ed. pr. Naples 1594). A great value has then a Latin epigram whose witnesses are two issues of an engraving ascribed to Flemish artist Cornelis Cort, reproducing one of Titian’s two mythological «poems» commissioned by Philip II of Spain, the Diana and Callisto. The aim of the present work is to investigate both literary meanings and cultural impact of Roscio’s poetic creations.


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DOI: http://dx.doi.org/10.13138/2039-2362/1580

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