La messa in sicurezza dei beni culturali a seguito di eventi calamitosi. L’esperienza del Gruppo Protezione Civile Legambiente Beni Culturali Marche da L’Aquila all’emergenza Sisma Centro Italia 2016 / The protection of cultural heritage after disasters. The experience of “Gruppo Protezione Civile Legambiente Beni Culturali Marche”, from L’Aquila to 2016 Central Italy earthquake emergency

Valentina Bucci, Concetta Ferrara, Antonella Nonnis, Francesca Pulcini

Abstract


Il contributo descrive l’attività del Gruppo Protezione Civile Legambiente Beni Culturali Marche. Nella prima parte, dopo aver fornito qualche elemento in merito al ruolo del volontariato specializzato nella messa in sicurezza del patrimonio culturale in situazioni di emergenza e definita la funzione che il Gruppo ha avuto negli ultimi venti anni, si focalizza l’attenzione sull’esperienza aquilana e sul modello operativo gestionale messo a punto e consolidato durante quell’emergenza. La seconda parte, dedicata all’emergenza Sisma Centro Italia 2016, fornisce un primo e provvisorio bilancio delle attività svolte e di quelle ancora in corso e riflette sugli aspetti del sistema emergenziale che hanno funzionato e su quanto andrebbe ripensato. L’ultima parte propone una serie di spunti che intendono considerare l’emergenza quale punto di partenza per la costruzione di nuovi modelli operativi.

 

The paper describes the activity of Gruppo Protezione Civile Legambiente Beni Culturali Marche. After clarifying the role of professional volunteering in the protection of cultural heritage during emergency and defining the Group’s function in the last twenty years, the first part focuses on L’Aquila experience and on the connected operational model. In the second part, the paper focuses on 2016 Central Italy earthquake, providing a provisional report of the work that has been already done and of in progress activities and reflecting on strengths and weaknesses of the emergency management system. In the final part it points out that emergency can be considered an opportunity to create new operational models.


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Riferimenti bibliografici


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DOI: http://dx.doi.org/10.13138/2039-2362/1685

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