Triumphing over the Enemy. References to the Turks as Part of Andrea, Giannettino and Giovanni Andrea Doria’s Artistic Patronage and Public Image

Laura Stagno

Abstract


Andrea Doria (1466-1560)  and later his heir, Giovanni Andrea I (1540-1606), were “generals of the sea” for the Spanish crown, and in that capacity engaged in a long-term effort to contain and defeat the Ottoman enemies. Ariosto, in his Orlando Furioso, celebrated Andrea as a new and greater Pompeus, who made the Mediterranean safe from the “pirates” in its every part, and many other contemporary authors exalted his feats against the Turks. This paper aims to investigate how this role translated into images, with reference to Andrea, but also to his second-in-command and designated heir Giannettino (who was killed in the 1547 Fieschi conspiracy), and to the latter’s son Giovanni Andrea, who, because of his father’s premature death, became Andrea’s successor. Works of art commissioned by the Dorias include references to Turks in such diverse contexts as “all’antica”  sculptures and plaquettes, the depiction of the Battle of Lepanto in a narratively articulated series of six large tapestries, and the celebration of the passage of power from Andrea to Giovanni Andrea in a complex allegorical composition. The approach of the two Dorias to the theme, however, was different: mediated by classical references in the case of the emperor’s admiral, more explicit in that of his heir. The earliest, most direct representation of the defeated Turks at Andrea’s feet, however, originated outside the family patronage, in the context of the public commission of an honorific portrait statue, executed by Montorsoli.

 

Andrea Doria (1466-1560) e in seguito il suo erede, Giovanni Andrea I (1550-1606), quali “generali del mare” per la corona spagnola, ebbero un ruolo cruciale nella strategia a lungo termine di lotta contro il nemico turco e di contenimento del suo potere. Ariosto, nel suo Orlando Furioso, celebrò Andrea come nuovo e più glorioso Pompeo, in grado di liberare il mare dai corsari ottomani, e numerosi altri testi coevi ne esaltarono le gesta contro il Turco. Scopo dell’articolo è quello di indagare in che modo tale ruolo si sia tradotto in termini di rappresentazione figurativa, in riferimento al  grande ammiraglio, ma anche al suo luogotente ed erede designato, Giannettino (ucciso nel corso della congiura dei Fieschi, nel 1547) e del  figlio di questi, Giovanni Andrea, che appunto in ragione della morte prematura del padre succedette al grande ammiraglio. Tra le commissioni artistiche dei Doria si riscontrano riferimenti al nemico turco in statue e placchette, nell’articolata serie di arazzi dedicati alla battaglia di Lepanto, ma anche nella complessa raffigurazione allegorica del passaggio del potere dal vecchio principe al giovane erede. Il tipo di approccio al tema risulta però diverso: mediato da riferimenti classici e simbolici nel caso di Andrea, più diretto in quello del successore. In parallelo al patronage dei due Doria ha un ruolo di grande importanza la committenza della Repubblica genovese,  alla quale si lega la prima iconografia che, nella statua colossale “all’antica” eseguita da Montorsoli (1539), presenta in modo esplicito il trionfo di Andrea sugli Ottomani, secondo un’iconografia.

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DOI: http://dx.doi.org/10.13138/2039-2362/1709

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