La possibilità di dire “io”: un confronto tra Christa Wolf ed Elena Ferrante / The possibility of telling “I”: a confrontation between Christa Wolf and Elena Ferrante

Lucia Faienza

Abstract


Lo scopo di questo studio è individuare una “discendenza” di motivi che animano i romanzi di Elena Ferrante nella scrittura di Christa Wolf. Sebbene le due autrici siano separate da grandi differenze di retroterra storico e culturale, per entrambe il racconto si costruisce sulla possibilità di mettere il personaggio femminile al centro del mondo narrativo e, per traslazione del linguaggio. L’ipotesi già avanzata da Stefania Lucamante e ripresa da Rebecca Falkoff circa la presenza sotterranea di motivi della Wolf nella scrittura della Ferrante verrà sviluppata a partire da alcuni tratti comuni alle due autrici, che nei romanzi si riflettono in particolare: nel ruolo della donna-madre in una società pensata dagli uomini; nella portata sovversiva della ricerca di un’identità femminile autodeterminata e “protagonista”; nella dialettica, dentro la lingua della Ferrante, tra l’italiano e il dialetto, espressione di “un’alterità irriducibile” (De Rogatis), e il “linguaggio-fortezza” maschile della Wolf, in cui le protagoniste cercano di trovare una “parola che si apre la strada faticosamente nella lingua del mondo” (Raja).

 

The aim of this study is to individuate a “lineage” of themes that characterize Elena Ferrante’s novels and Christa Wolf’s writing. Although the two authors have different culture and personal history, they both develop the possibility to put the female characters at the center of the narrative world, and of the language. The hypothesis advanced by Stefania Lucamante and reworked by Rebecca Falkoff, about the hidden existence in Ferrante’s novels of themes that belong to Wolf, will be developed from some features shared by the two authors, that we can observe in: the role of woman and mother in a society created by men; the subversion regarding the research of a self-determinated and protagonist female identity; the dialectic, in Ferrante’s language, between Italian and dialect, expression of “an irreducible otherness” (De Rogatis), and the male “language-fortress” of Wolf’s novels, where the female characters try to find a “word that hardly opens the way in the mankind language” (Raja).


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DOI: http://dx.doi.org/10.13138/2039-2362/2100

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