Il Museo Civico di Castello Ursino a Catania. Prime riflessioni sul dibattito critico negli anni della sua istituzione / The Civic Museum of Castello Ursino in Catania. Preliminary comments on its establishment’s debate

Antonio Agostini

Abstract


Il lavoro propone una riflessione sul dibattito scaturito intorno all’istituzione del Museo Civico di Castello Ursino di Catania, avvenuto tra la fine degli anni Venti e i primi anni Trenta del XX secolo. Il recupero del patrimonio artistico della città muove le mosse dalle azioni di sensibilizzazione avviate dallo scrittore Federico De Roberto e coincidenti con le strategie del Ventennio fascista, per poi volgere al tanto desiderato riscatto pubblico del Museo di Biscari. Sede prescelta per l’esposizione delle opere provenienti da tale museo, dalla collezione del Monastero dei Benedettini e da altre donazioni, sarà il castello di Federico II, restaurato grazie alle intuizioni dell’archeologo Guido Libertini. Egli seppe condurre con estrema dedizione il recupero filologico del maniero svevo, curandone sia l’allestimento museografico che gli aspetti museologici tesi a valorizzare le antiche collezioni archeologiche e artistiche. Il 1934 riallaccia il patrimonio storico di Catania con il territorio etneo e la rilettura di alcuni saggi pubblicati su riviste locali del tempo, ci fa percepire che il dibattito sul museo presenta caratteri di attualità.

 

The work proposes a reflection on the debate concerning the establishment of the Museum of Castello Ursino in Catania, which took place between the late 1920s and early 1930s. The recovery of the artistic heritage started from the awareness promoted by the writer Federico De Roberto and in line with the strategies of the Fascist period, and then turned to the much desired public redemption of the Biscari Museum. The castle of Frederick II, restored thanks to the work of the archaeologist Guido Libertini, would house the exhibition of this museum’s works and the collection of the Benedictine Monastery plus other donations. Libertini was able to conduct with extreme dedication the philological recovery of the Swabian castle, organizing both the exhibitions and museological aspects aiming at enhancing the oldest archaeological and artistic collections. Year 1934 connected the historical heritage of Catania and the Etnean territory. Some essays published in local magazines of the time make us understand that the debate on the museum presents characteristics of actuality.

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DOI: http://dx.doi.org/10.13138/2039-2362/568

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