La raccolta archeologica del Museo Comunale di Fermo: note su alcune terrecotte architettoniche romane / The archaeological collection of Fermo’s Civic Museum: notes on a group of architectural terracotta

Emanuela Stortoni

Abstract


In questo lavoro sono enucleate alcune preliminari considerazioni riguardo ad un gruppo di terrecotte architettoniche, facenti parte della ricca ed interessante collezione archeologica del Museo Comunale di Fermo, ancora troppo poco nota alla letteratura scientifica. La raccolta, costituita ufficialmente nel 1890 anche grazie al contributo di eclettici cultori dell’antichità, come il Carducci e i De Minicis, si compone di qualche migliaio tra manufatti e monete, in gran parte di età proto-storica e romana, con significative testimonianze etrusche, greche e tardo-antiche. Nonostante l’eterogeneità, la pertinenza a differenti facies culturali, la frammentarietà e la mancanza di contestualizzazione dei reperti, la raccolta fermana rappresenta un prezioso esempio di collezionismo archeologico dell’area marchigiana tra XVIII e XIX sec. La possibilità, inoltre, di ricondurre, pur se genericamente, molti di questi materiali a Fermo e al suo territorio fa della raccolta anche un importante strumento di indagine per migliorare la lettura storico-archeologica di uno dei più antichi e vivaci centri piceni e romani del territorio regionale, qual è appunto Firmum Picenum. Lo studio sulle terrecotte architettoniche della raccolta, benché ancora incompleto, ne è una dimostrazione. Trattasi di un piccolo nucleo, composto da sima, antepagmenta, antefisse e acroteri, molto frammentari, probabili parti del rivestimento delle strutture lignee di edifici diversi, forse per lo più sacri. Le terrecotte in esame sono databili tra la fine del III sec. a.C. e gli inizi del I sec. a.C., ad eccezione di un solo manufatto ascrivibile al primo quarto del I sec. d.C. Gli ambiti cronologici individuati ben si contestualizzano con i periodi rispettivamente della prima e della seconda colonizzazione di Firmum Picenum.


 

This work presents some preliminary considerations concerning a group of terracotta architectural features held in the rich and interesting archaeological collection of the Fermo Town Museum, which continues to be woefully under-reported in academic literature. The collection, officially created in 1890 thanks also to the contribution by eclectic antiquity enthusiasts, such as Carducci and the De Minicis family, consists of thousands of artefacts and coins, mostly from the protohistoric and Roman periods, with significant Etruscan, Greek and late Antiquity testimonies. In spite of its heterogeneity, its relevance to different cultural facies, its fragmented nature and the lack of contextualisation of its exibits, the Fermo collection constitutes a precious example of archaeological collecting in the Marches between the XVII and XIX centuries. The fact that, albeit generically, we can trace many of this material to Fermo and the surrounding area makes the collection an important instrument of investigation in order to improve our historical and archaeological understanding of one of the most ancient and lively Picene and Roman centres in the region, Firmum Picenum. The study of the terracotta architectural features in the collection, whilst still incomplete, is a demonstration of this. It consists of a small core of fragments of sima, antepagmenta, antefixes and acroteria, which were probably part of the cladding of the wooden structures of various, possibly sacred, buildings. The terracotta items in question can be dated to the period between the end of the III century B.C. and the beginning of the I century B.C., except for one single artefact which is ascribable to the first quarter of the I century A.D. The chronological settings can be well contextualised within the first and second colonisation of Firmum Picenum.


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DOI: http://dx.doi.org/10.13138/2039-2362/676

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