Verona/Milano, andata e ritorno. Appunti sulla presenza dei pittori veronesi a Milano nel XIX secolo / Verona/Milano, there and back. Notes on Verona’s painters in Milan in the 19th Century

Elena Casotto

Abstract


Lo studio intende illustrare (quando possibile anche attraverso le testimonianze scritte degli artisti) le vicende dei pittori veronesi che, nel secolo XIX, cercano e in molti casi trovano fortuna a Milano, il centro artistico più aggiornato e vivace di tutto il Nord Italia, rinomato soprattutto per la sua Accademia e le frequentatissime esposizioni. Questa “migrazione” si verifica perché Verona, durante il periodo della dominazione asburgica (1815 – 1866), diviene il perno del sistema militare del regno Lombardo-Veneto e, conseguentemente, il suo sviluppo è subordinato alle necessità delle numerose compagnie militari che stazionano o transitano sul suo territorio. Si incrementano quindi l’edilizia militare, i mezzi di comunicazione per collegamenti di lunga distanza, ma non lo sviluppo urbanistico della città e la nascita di piccole industrie e commerci che possano favorire la popolazione civile. In questa situazione anche il mercato dell’arte languisce, sia per la carenza di committenti pubblici e privati, sia per le poche occasioni di promozione che si organizzano in questi difficili anni. A ciò si aggiunga che anche l’Accademia cittadina vive un momento di stagnazione, dovuta in parte agli obsoleti metodi di insegnamento e in parte alla mancanza di fondi, che causano un tale abbassamento di qualità nell’insegnamento per cui gli artisti qui formati si rivelano impreparati a competere con i colleghi provenienti da altre realtà del paese. Dopo L’Unità d’Italia e, soprattutto, dopo la riforma dell’Accademia veronese (1873), i rapporti tra Verona e Milano, invece, si fanno più complessi: non sono più solamente i pittori veronesi a recarsi nel capoluogo lombardo per studiare e per esporre, ma anche gli autori lombardi non disdegnano le manifestazioni della città veneta e addirittura ambiscono a ottenere e di fatto, spesso, ottengono, la direzione dell’Accademia scaligera. Si deve infine notare che il legame tra le due città ha delle ripercussioni anche sul linguaggio artistico dei veronesi, il quale si differenzia dalla restante arte veneta – in massima parte influenzata dalla tradizione veneziana – proprio per una certa affinità con la pittura lombarda.

 

The study aims to illustrate (when it is possible also through artists’ writings) the stories of the Verona’s painters who, in the nineteenth century, seek their fortune in Milan, which was the most updated artistic center in North Italy, especially beaucase of its Academy and its frequented exhibitions. This "migration" occurs because, during the Hapsburg’s rule (1815 - 1866), Verona becomes the pivot of the military system of the Regno Lombardo - Veneto and, consequently, the development of the city is subordinated to the needs of the military companies that stay or transit through its territory. Therefore military buildings and the means for long distance communications are increased, but the development of the city and the creation of small industries and businesses, that can help Verona’s people, are disregarded. In this situation, the art market is slack, both for the lack of public and private buyers, and for the few exhibitions organized during these difficult years. Also the Verona’s Academy experiences hard tiemes, due to outdated teaching methods and to the lack of money: in this situation the quality of teaching gets worse, so the artists, who have studied at this school, are unprepared to compete with painters coming from other italian Academies. After the unification of Italy and especially after the reform of the School of fine art of Verona (1873), the relationship between Verona and Milan becomes more complex: not only Verona’s painters go to Milan for studing and exhibiting their works of art, but also the authors from Lombardia do not disdain the shows of the Venetian city and even they aim at the direction of Verona’s Academy. Finally, it should be noted that the link between the two cities has an impact also on the artistic language of Verona’s painters, which is very different from the rest of Venetian art - largely influenced by the Academy of Venice - just for a certain affinity with the painting of Milan’s school.



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DOI: http://dx.doi.org/10.13138/2039-2362/741

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