La volpe e il camaleonte: simboli dell’inganno e della dissimulazione

Hans-Georg Grüning

Abstract


Partendo dalle favole dell’antiquità e dalle credenze popolari codificate nei bestiari popolari e dalle conseguenti significati simbolici e metaforici che come denominatore comune hanno l’ambiguità e che la “volpe” e il “camaleonte” hanno assunto nelle lingue europee, significati come imitazione, adattamento, inganno, dissimulazione, astuzia, adulazione ecc., si cerca di tracciare un quadro del ruolo delle due animali simboli nella letteratura europea, nell’emblematica e nella satira politica. La ricerca analizza i fattori rilevanti per la trasformazione degli animali volpe e camaleonte in simboli e cerca di tracciare le linee di evoluzione dei due simboli nel corso del tempo. Maggiore attenzione sarà attribuita alla figura della Volpe, visto sia positivamente che negativamente, che assume una rilevanza letteraria che inizia con la medievale epopea Roman de Renart, continua con il Reineke Fuchs di Goethe e si conclude verso la metà del secolo scorso e che soprattutto per i francesi e grazie alle favole di La Fontaine  occupa un posto di privilegio nella memoria culturale. Il Camaleonte rimane invece più nell’ambito puramente metaforico per designare un comportamento umano ambiguo e diventa solo raramente figura letteraria autonoma come nel romanzo satirico di Curzio Malaparte Don Camalèo. Partendo dalle favole dell’antiquità e dalle credenze popolari codificate nei bestiari popolari e dalle conseguenti significati simbolici e metaforici che come denominatore comune hanno l’ambiguità e che la “volpe” e il “camaleonte” hanno assunto nelle lingue europee, significati come imitazione, adattamento, inganno, dissimulazione, astuzia, adulazione ecc., si cerca di tracciare un quadro del ruolo delle due animali simboli nella letteratura europea, nell’emblematica e nella satira politica.


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DOI: http://dx.doi.org/10.13138/2037-7037/1041

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