Sempre in prima persona. Sulla poetica di Emmanuel Carrère

Antonio Tricomi

Abstract


Il saggio prende in esame la quasi totalità della produzione letteraria di Emmanuel Carrère. E cerca, in particolar modo, di individuare i cardini essenziali della poetica inaugurata dallo scrittore e cineasta francese nel 2000, con la pubblicazione di quello che in molti ritengono il suo capolavoro: L’Adversaire. Da lì in avanti – e quindi con Un roman russe, D’autres vies que  la mienne, Limonov, Le Royaume – egli infatti costruisce testi che si richiamano e persino correggono l’un l’altro, a formare un unico work in progress il cui divenire rispecchi quello del profilo intellettuale del proprio autore. Si è perciò tentato di dimostrare che tali opere potrebbero essere giudicate, nell’insieme, il risultato di un preciso desiderio: rivisitare, per tradirli, ed evocare, per ripudiarli, i fondamenti teorici e i moduli espressivi sia del non-fiction novel, sia dell’autofiction. E si è creduto di poter scoprire Carrère perlopiù fedele a un cerebrale nichilismo che gli suggerisce, sul piano culturale, l’esaltazione di un massimalismo a tratti estetizzante, oltre a spingerlo, in ambito narrativo, alla rivendicazione – contro il romanzo e ogni altro genere letterario codificato – del proprio anarchico oltranzismo espressivo.

This essay examines nearly the whole spectrum of Emmanuel Carrère’s literary production. In particular, it aims to identify the essential cornerstones of the poetics introduced by the French author and film director in 2000, when he published L’Adversaire, widely considered to be his masterpiece. Since then – with texts like Un roman russe, D’autres vies que la mienne, Limonov, Le Royaume - he has produced works that refer to one another and that, at times, even correct one another, creating a work in progress, whose becoming reflects the one revealed by the author’s intellectual profile. The purpose of this study was to prove that these works could be considered as a result of a precise desire: to revisit, in order to subvert, and to evoke, in order to disown, the theoretical foundations and the expressive modules of both non-fiction novel and autofiction. Carrère has been found to be essentially faithful to a certain nihilism that has led him to celebrate aesthetic maximalism and to claim his own anrchic expressive extremism as a writer, against the novel, as a literary category, and any other codified genres.

 


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DOI: http://dx.doi.org/10.13138/2037-7037/1607

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