LA TRADUZIONE COME PROBLEMA TIPOLOGICO

Downloads

Pubblicato

2014-10-27

DOI:

https://doi.org/10.13138/2037-7037/978

Autori

  • Andrea Garbuglia unimc

Abstract

Tutti i problemi che riguardano la traduzione potrebbero essere sintetizzati attraverso una domanda che mette in luce la contraddizione esistente in questo campo: la traduzione è qualcosa di impossibile o qualcosa di cui non possiamo fare a meno? Già Roman Jakobson, nel suo articolo “Aspetti linguistici della traduzione”, fa emergere, sebbene implicitamente, l’esistenza di questa dicotomia. Da una parte, infatti, egli lega il concetto di ‘traduzione’ a quello di ‘interpretazione’, affermando che “il senso di una parola altro non è che la trasposizione di esso in un altro segno che può essere sostituito a quella parola”. Quindi, la comprensione di un termine, o di un’espressione, non dipende dal riferimento alla realtà extralinguistica,
dato che possiamo comprendere anche termini che si riferiscono ad entità fittizie, come ‘unicorno’ o ‘ambrosia’, ma dalla sua sostituzione con una designazione più esplicita: per esempio, il termine ‘scapolo’ può essere sostituito dall’espressione ‘uomo adulto non sposato’.
Da questo punto di vista, tutta la comunicazione umana, verbale e non, dipende, in ultima analisi, dalla traduzione, intesa nel senso più ampio del termine. Dall’altra parte, però, Jakobson sottolinea che la sostituzione, a volte, non è affatto agevole, specialmente se in gioco ci sono lingue diverse.