L’esotismo dell’eteroglossia americana

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Pubblicato

2014-10-29

DOI:

https://doi.org/10.13138/2037-7037/993

Autori

  • K. Alfons Knauth unimc

Abstract

L’articolo studia, in una doppia angolazione europea e americana, il fenomeno dell’esotismo linguistico dell’America, dalla scoperta ai nostri giorni, nell’ambito dell’esotismo americano in genere, considerando in più il rapporto storico con l’esotismo orientale, basato sul binomio delle due Indie. Oltre alla latinizzazione linguistica dell’America, la quale funziona secondo il principio imperialista della dominazione mediante la denominazione, si stabilisce assai presto un esotismo indigeno, euforico e cataforico, trasmesso a partire dalle relazioni degli esploratori. L’eteroglossia barbara e esotica punta a creare un trasporto simultaneamente poetico e pragmatico verso il Nuovo Mondo, tanto remoto nello spazio e nel tempo.La scoperta delle lingue primitive, specie da parte dei missionari, destaun entusiasmo poliglotta fra gli eruditi europei e americani e un rinnovamento dell’interesse per la Ursprache, la lingua originaria dell’umanità.
La comunicazione cosmica, onomatopeica e zoopoetica, rispecchiata dalle
lingue indigene, sarà un leitmotiv della letteratura latino-americana fino
all’età postmoderna.

Mentre l’esotismo del periodo coloniale rappresenta soprattutto il punto di vista europeo, nel periodo postcoloniale nasce un auto-esotismo latino-americano, prima di stampo romantico conforme al modello europeo, poi di stampo realista, critico e utopico. L’auto-esotismo viene accompagnato da un esotismo rovesciato, un etero-esotismo latino-americano nei confronti dell’Europa, ora affermativo e romantico, ora critico e satirico. A partire dal modernismo, specie quello brasiliano, si sviluppa un nuovo tipo di esotismo, un esotismo esigente, tanto sul piano estetico quanto su quello politico, il quale istituisce un nuovo interletto, un originale plurilinguismo euro-afro-amerindiano, primitivo e futurista alla volta, diverso dall’esotismo esistenziale di Victor Segalen per vari rispetti. Nel periodo postmoderno, l’esotismo latino-americano finisce per trasformarsi in un meta-tropicalismo, in cui il linguaggio, specie l’eteroglossia, assume un ruolo determinante, di natura nettamente tropologica. Le opere plurilingui di autori come Borges, Cabrera Infante, Vargas Llosa, Guimarães Rosa, Haroldo de Campos, anche di cantautori come Caetano Veloso, Gilberto Gil e Rubén Blades, presentano il paradigma di un esotismo particolarmente esigente, a geografia variabile, capace di trasportare poeticamente e politicamente in tutti i sensi del mondo e del linguaggio. Tale esotismo tende a superare i divari fra l’Europa e l’America, fra Occidente e Oriente, fra il Nord e il Sud. La letteratura latino-americana contemporanea dimostra che l’eteroglossia di per sé è una delle riserve più importanti di un esotismo transculturale, esistenziale e transgressivo. Contribuisce a una notevole mondializzazione alla rovescia