La protezione del patrimonio storico artistico in Adriatico durante la Grande Guerra: dall’Antico Tesoro della Basilica di Loreto al museo di ambientazione

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Pubblicato

2023-12-27

Fascicolo

Sezione

Studi

Autori

  • Caterina Paparello Ricercatrice a tempo determinato di tipo b Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali Cà Foscari, Università di Venezia Palazzo Malcanton Marcorà Dorsoduro 3484/D Venezia http://orcid.org/0000-0001-6996-8755

Abstract

Dopo una breve sintesi sui precedenti assetti di crisi, prevalentemente relativi all’Unità nazionale, il contributo esamina la protezione antiaerea del patrimonio in occasione della Grande Guerra ad Ancona e Loreto. Gli elementi di maggiore novità, derivante da spoglio documentario, sono relativi alla difesa della basilica di Loreto. I carteggi rivenuti documentano la spiccata preoccupazione di Corrado Ricci per le volte, in particolare per la porzione ospitante i cicli di Melozzo da Forlì e di Luca Signorelli, per le vetrate istoriate e i complessi apparati votivi e decorativi interni. Organizzate dal Regio Commissario dell’Amministrazione del fondo per il Culto, le attività di protezione comportarono anche l’occultamento dei preziosi - prevalentemente oreficerie e suppellettili ecclesiastiche smaltate o in corallo - nei sotterranei della basilica in casse protette da sacchi di sabbia. Fra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento la Santa Casa si era arricchita del primo corpus di dipinti che avrebbero poi costituito uno dei nuclei dell’attuale Museo dell’Antico Tesoro. In prevalenza tele derivanti dal riassetto della zona absidale, affreschi staccati e tradotti su altri supporti, per un totale di novanta opere di cui il contributo proposto presenta, in appendice, l’elenco in trascrizione dall’unico originale rintracciato. L’atto documenta un’interessante attenzione ai supporti delle opere, in base ai quali furono disegnate le casse di protezione, onde rispettarne le diverse esigenze microclimatiche. L’elenco, oltre a costituire la prima fonte conoscitiva sul patrimonio dacché Guido Cirilli e i pittori sabaudi avevano ridisegnato il cuore della spiritualità mariana, fornisce elementi interessanti sulla revisione delle scuole pittoriche innervata dalle Esposizioni Regionali di inizio Novecento e attesta altresì la fortuna critica che ha fatto seguito al primo Berenson. Il presenta i criteri con cui il museo fu aperto al pubblico dopo la cessazione del conflitto, secondo i criteri di ambientazione in stile adattati da Luigi Serra.

Biografia autore

Caterina Paparello, Ricercatrice a tempo determinato di tipo b Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali Cà Foscari, Università di Venezia Palazzo Malcanton Marcorà Dorsoduro 3484/D Venezia

Ricercatrice a tempo determinato di tipo b
Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali
Cà Foscari, Università di Venezia